About

Invecchiamento e bellezza, un connubio possibile. Ma non come credete

Home/Beauty and us/Invecchiamento e bellezza, un connubio possibile. Ma non come credete
19Apr

“Ha la bellezza dell’asino” si dice di chi non ha altri meriti se non quello di essere giovane. Una frase che spiega come l’avvenenza non sia solo una questione estetica, ma biologica: per quanto evoluti siamo pur sempre animali e rispondiamo all’imperativo biologico di continuazione della specie per il quale bellezza e fertilità sono collegate (e questo, signore, è quello che accade quando lasciamo agli uomini il compito di definirci: a nessuna sarebbe venuto in mente di associare un bell’aspetto al tourbillon da ciclo mestruale). A ogni modo, la naturale conseguenza del sillogismo prevedeva che diminuendo la riserva ovarica si smettesse di essere attraenti.

Quando eravamo piccole, lo ricordiamo bene, la vecchiaia arrivava a precipizio: a un certo punto anche le più spavalde si arrendevano al tailleur, alle calze color carne e alle scarpe a pianta larga, lasciando intendere di aver ormai raggiunto una certa età ed entrando nell’area grigia dell’invisibilità. Dalla maturità ci si aspettava compostezza, capelli in ordine e una certa attitudine a farsi da parte, ché i giochi erano ormai fatti. 

“Oggi che si passa dall’essere giovani all’essere anziane senza mai diventare signore, però, il paradigma che associa la bellezza alla gioventù deve essere riscritto” dichiara Roberta, l’amica che ti spiega la vita (nel caso non ne abbiate una, procuratevela in fretta). “Perché se è vero che le società sono diventate fluide, lo stesso vale per le età. Oggi finiamo di studiare oltre i vent’anni, ci sentiamo adulte a trenta e partoriamo a quaranta: come potremmo essere anziane a cinquanta? Credo peraltro che da questo derivi la tendenza a non saper più stimare l’età delle persone e a percepirle tutte come coetanee, che abbiano trent’anni o sessanta. I traguardi della vita si sono spostati in avanti e viviamo in epoche in cui è facile mantenere un aspetto giovanile a prescindere dall’età”.

Bel discorso, Roberta, ma incompleto. L’insidia è nascosta tutta in questo aggettivo, ‘giovanile’, che presuppone si possa parlare di bellezza a patto che si siano mantenuti negli anni la linea e il turgore della gioventù. Invece è proprio qui che è avvenuto il cambio di passo. Accanto a una Jennifer Lopez che indossa il jungle-dress di vent’anni prima, che però le sta meglio, ci sono lo sguardo stanco e la linea appesantita di Monica Bellucci, i capelli grigi di Alexandra Grant, le zampe di gallina di Sharon Stone: donne che hanno mantenuto la propria bellezza sottraendola alla dittatura del giovanilismo. Perché questo accade con l’età: il girovita si allarga, il collagene latita e i corpi soccombono alla legge della gravità che, in quanto legge, vale per tutti. E allora bisogna imparare a fare di questi corpi acciaccati degli alleati, ché la maturità porta con sé la capacità di riconoscere i propri difetti e risolutezza per disinteressarsene.

“In parte hai ragione. Quando avevo vent’anni e andavano di moda i leggins, che all’epoca si chiamavano fuseaux, per me esistevano solo tre taglie: small, medium e no” confessa Roberta. “Eppure è solo adesso che porto una taglia imprecisata che sono entrati nel mio guardaroba. Mi stanno bene sia quando esco, indossati sotto un maglione, che in casa, portati a piedi nudi e aria figa. Perfetti per la vita che conduco e per la per la persona che sento di essere”.

Quindi, forse, la bellezza dell’età matura sta nella capacità di prescindere da corpi sottili e pelle tesa per accompagnare le persone nella loro evoluzione, sganciando l’estetica dall’aspetto fisico e donando quello che in altri tempi si chiamava fascino.

“Si dice che la sola alternativa all’invecchiamento sia la morte.” continua la mia amica geniale “Un po’ estremo, in effetti, perché la medicina estetica rappresenta una terza via che consente di cristallizzare la gioventù grazie a filler, sopracciglia tatuate e labbra gonfiate artificialmente. Una bellezza statica, per la verità, da avatar di se stesse.”

Anche questa volta Roberta ha ragione: nel 2017 Peter Lindbergh, autore di tre Calendari Pirelli, scelse di ritrarre donne di ogni età e non ritoccate per ottenere un risultato opposto a quel codice di bellezza che si vede oggi in giro, donne perfette che hanno tolto ogni segno dal volto e dal corpo. “Sono sicuro che tra 100 anni, quando le persone vedranno cosa era per noi la bellezza, penseranno che eravamo pazzi” aveva aggiunto per spiegare il suo progetto.

Oggi questa bellezza attempata fa mostra di sé nei social grazie a pagine come and.bloom di Denise Boomkens o influencer come Caroline Labouchere. Una celebrazione della bellezza femminile a prescindere dall’età, oppure grazie a questa. Roberta, tu che sai tutto, che ne pensi di questa evoluzione?

“Che tra dieci anni ci porterà a essere più belle di adesso”.

Ha ragione, al solito.


Articolo di Rossella Boriosi

Classe ’66, milanese di nascita e perugina per vocazione. Scrittrice, blogger e contributor per Style, Vanity Fair, La27esima Ora. Ha un blog personale dove raccoglie le storie e i punti di vista di gente dell’età di mezzo. Che non è la mezza età.
Capita che le persone le raccontino storie. Donne, perlopiù, che a un certo punto delle loro vite sono state costrette a reinventarsi. Le loro sono storie intense, belle, di persone con tanto da dire e molto da fare e che non si riconoscono nella rappresentazione che di loro danno i media.

Commenta

Corsi di armocromia, forme e stile per consulenti di immagine.

© 2022 –  Arianna Gamberini  s.n.c. – P.IVA 03944110364 – Sito svilupato da Mangrovio.itPrivacy e Cookie PolicyGestisci il consenso

Scroll to top
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.